Si narra che l’architetto responsabile della costruzione del ponte, non riuscendo a completarlo nei tempi prestabiliti, e preoccupato dalle conseguenze che ciò avrebbe comportato, scese a patti con il Diavolo barattando l’anima di colui che avrebbe attraversato il ponte per primo in cambio della garanzia che i lavori di costruzione sarebbe terminati entro la data prestabilita.
Non appena stretto il patto Il Diavolo, nell’arco di una sola notte, terminò l’opera e si mise in attesa nei pressi del ponte per riscuotere il proprio compenso. Ma l’architetto, in preda a una crisi di coscienza, confesso la sua malefatta ad un prete che gli consiglio di rimediare con uno stratagemma.
Il ponte fu inaugurato il giorno successivo con feste e celebrazioni, e con sorpresa di tutti il primo ad attraversarlo non fu un uomo ma un porco.
Grazie a questa geniale trovata il diavolo, beffato, si dovette accontentare dell’anima della bestia e si ritirò nelle acque del Serchio.
Cenni storici
Il Ponte fu realizzato secondo il volere della contessa Matilde di Canossa (1046-1115). Si tratta di una costruzione dall’architettura particolare e dalla complessa tecnica di realizzazione, l’aspetto attuale è dovuto ad una parziale ricostruzione ordinata dal signore di Lucca Castruccio Castracani (1281-1328).
Il ponte è situato a Borgo a Mozzano e ne è diventato l’emblema nel mondo. La Sua forma a “schiena d’asino“ unisce le due sponde del fiume Serchio, grazie all’ausilio di due archi asimmetrici. E’ stata proprio la sua singolare struttura a dare origine alla leggenda dalla quale ne deriva il nome “Ponte del Diavolo“.